Intervista della settimana: Roberto Finizio

Daniel Hackett - Roberto FinizioL’intervista di oggi è con Roberto Finizio: fotografo di eventi live.

Quando hai cominciato a fotografare?

La fotografia deve essere stata fin dall’infanzia come una malattia sottopelle tramandata da mio padre, grande appassionato in gioventù e canoniano doc che ha poi accantonato l’hobby forse troppo presto per passare la sua passione a me.

Ho iniziato a capire che fare foto doveva essere nel mio destino nel 2006 quando ero alle Maldive (giusto dietro l’angolo) a lavorare come tecnico suono e luci per un tour operator e passavo quasi più tempo a far foto che a fare il mio dovere… allora ovviamente non sapevo minimamente cosa fosse una reflex ma riuscivo già con mezzi tecnici non eccelsi a mettere in pratica una delle teorie base per me della fotografia, quella che non la puoi imparare se non ce l’hai nel sangue: la composizione.

Con il passare degli anni poi è arrivata la prima reflex quasi per gioco, il primo corso base, poi avanzato e poi è andato tutto di conseguenza fino ad oggi…

Sicuramente ho cominciato seriamente nel tardo 2009 grazie soprattutto all’ incoraggiamento della mia prima fonte di ispirazione e sostenitrice: la mia compagna Stefania.

Qual è il tuo genere preferito e perché?

Il mio genere preferito è la fotografia di eventi live, a tema musicale, teatrale e sportiva.

Forse toglie un po’ di tocco artistico alla foto non potendo disporre liberamente del soggetto o della luce che lo illumina, devi saper “cogliere l’attimo”, ma mi dà quella parte di “osservatore silenzioso” che trovo molto si avvicini al mio carattere.

Cerco pertanto di trasportare in pochi secondi quello che vedo sul sensore della mia macchina in modo che chi guarderà quella foto proverà a rivivere le sensazioni di quel momento o, se non era presente, immaginare cosa si è perso.

La mia specialità è la fotografia live musicale nella quale sono impegnato da quasi tre anni sia in Italia che all’estero, cercando di seguire il maggior numero di concerti di artisti italiani ed internazionali.

Nell’ultimo paio d’anni oltre alla musica ho cominciato a dedicarmi alla fotografia sportiva ed in particolare il basket, che è uno dei miei sport preferiti, che ho anche giocato fino all’adolescenza.

Qual è l’obiettivo che ami di più e di cui non potresti fare a meno?

Della mia attuale attrezzatura sinceramente non farei a meno di nulla, neanche sotto tortura, dopo gli anni di sacrifici per tirarla su.

Ma se proprio dovessi sceglierne uno direi l’ultimo arrivato, il Canon EF 15mm f/2.8 Fisheye, più perché è stato quasi uno sfizio ed alla fine è diventato un obiettivo che tendo ad usare moltissimo, in varie situazioni, ed il quale mi regala scatti molto interessanti (non a caso entrambe le foto allegate all’intervista sono fatte con queste anche se con due tipologie di macchine, una full frame ed una aps-c).

Sogno nel cassetto fotografico?

Più che sogni ho tanti possibili traguardi nel mio cassetto.

Sto dedicando alla fotografia, che non è la mia attività lavorativa principale, molto tempo negli ultimi tre anni e pian piano, mese dopo mese, anno dopo anno questi traguardi si stanno avvicinando.

Un grosso traguardo, o vista la domanda sogno, potrebbe essere quello di pubblicare un bel servizio fotografico su un grande magazine a tiratura nazionale o meglio ancora internazionale.

Sarebbe anche un modo per ringraziare le persone che mi hanno sostenuto ed incoraggiato quando ho cominciato quest’avventura fotografica “cervantesca” , un settore molto difficile nel nostro Paese.

Il tuo scatto realizzato preferito?

Sono sempre molto critico sulle mie foto, soprattutto a posteriori.

Le sensazioni che ha un fotografo di live variano almeno una decina di volte prima che le foto vengano esportate dal programma di post produzione.

Appena chiuso l’otturatore si pensa di aver fatto una foto super, e dopo averla rivista tre volte, magari a distanza di tempo, spesso la si butta nel cestino.

Per questo motivo scelgo una delle poche foto che ho apprezzato di più negli ultimi anni e che mi ha regalato un sacco di feedback positivi di semplici appassionati ma anche di molti colleghi del settore.

È uno scatto che ho fatto l’estate passata al frontman dei Muse durante la tournée italiana allo Stadio Olimpico di Torino.

Uno dei concerti che metto nella mia personale Top10 tra gli oltre duecento visti e fotografati nell’ultimo paio d’anni.

Questo scatto lo rappresenta un po’ e penso che sia uno di quei casi dove un’immagine pare risuonare e trasmette l’atmosfera che hanno vissuto le migliaia di persone presenti.

Muse - Roberto Finizio

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